Il sacrificio di Lady Godiva: un atto di coraggio per il popolo di Coventry

Intorno all’anno mille, nel fiorente ma oberato regno di Coventry, Lady Godiva, la cui versione latinizzata del nome, “Godiva,” deriva da “Godgifu” o “Godgyfu” (che significa “dono di Dio”), si trovò a fronteggiare un’ingiustizia. Il suo ricco consorte, il conte Leofrico, imponeva tasse esorbitanti, affondando il popolo nella miseria. La nobile donna, lungi dal rassegnarsi, si oppose con determinazione al marito, rifiutando di accettare l’oppressione dei suoi sudditi. Leofrico, di fronte alla fermezza della moglie, propose un patto inusuale: avrebbe alleggerito il peso fiscale se Lady Godiva avesse attraversato il regno nuda a cavallo. Senza esitazione, la coraggiosa donna emise un proclama, esortando gli abitanti a rimanere nelle proprie case, a non guardare dalle finestre. Poi, velata solo dalla cascata dorata dei suoi capelli, cavalcò, dimostrando un coraggio senza pari. Solo un uomo, un sarto noto come “Peeping Tom”, violò il divieto, venendo accecato dalla visione, e dando così origine a un termine che ancora oggi indica chi osserva di nascosto. Questo atto di sacrificio, di grandezza d’animo e di sfida alle convenzioni sociali, non solo alleviò la sofferenza del popolo di Coventry, ma ha tramandato l’immagine di una donna forte e impavida, unica a conservare le proprie terre dopo la conquista normanna. L’eco di questa straordinaria vicenda risuona ancora oggi, attraverso opere artistiche come il dipinto di Edmund Blair Leighton, il film “Lady Godiva” del 1955 con Maureen O’Hara, e menzioni in brani musicali come “Lady Godiva’s Operation” dei Velvet Underground e “Don’t Stop Me Now” dei Queen, oltre alla citazione di Oriana Fallaci in “Insciallah”. Leggenda o realtà, la storia di Lady Godiva rimane un simbolo di altruismo e di lotta per la giustizia, un’eredità duratura nel tempo. L’episodio diede origine al termine “Peeping Tom”, usato tuttora per indicare chi osserva furtivamente.