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L’antico detto estivo: “Agosto, moglie mia, non ti conosco!” – Un’analisi storica

Il detto popolare “Agosto, moglie mia, non ti conosco!”, spesso erroneamente interpretato come un’allusione all’infedeltà coniugale, cela una storia assai più complessa. Le sue radici affondano nel passato, rivelando un significato inizialmente ben diverso dall’accezione moderna. In origine, l’espressione ammoniva gli uomini a moderare le attività sessuali durante i mesi più caldi, una pratica ritenuta dannosa per la salute. Già Esiodo, poeta greco del VIII secolo a.C., descriveva l’estate come un periodo di “ardore femminile e debolezza maschile”. Questa idea trova riscontro anche nelle opere di Alceo, che allude alla fiacchezza virile sotto il peso del sole estivo e all’influenza della stella Sirio, chiamata anche “Canicula”, sinonimo di afa estiva. Si credeva, infatti, che Sirio contribuisse a diminuire il vigore maschile. Un’ulteriore spiegazione, più pragmatica, riguarda la tempistica delle nascite: un concepimento agostano avrebbe portato a un parto primaverile, coincidendo con il periodo dei lavori agricoli, durante i quali la presenza della partoriente nel campo era impossibile. Di conseguenza, si scoraggiavano i rapporti sessuali nel mese di agosto, per evitare di sovraccaricare le donne con le fatiche del parto e dei lavori campestri. Con l’evoluzione dei costumi sociali, il significato del proverbio ha subito una trasformazione. Film come “Quando la moglie è in vacanza”, con la sua iconica scena del vestito svolazzante di Marilyn Monroe, hanno contribuito a diffondere l’interpretazione moderna, associando il detto alla possibilità di infedeltà durante le vacanze estive, un’epoca in cui, specialmente tra gli anni ’20 e ’70, era frequente che le mogli si recassero al mare con i figli, lasciando i mariti soli in città, a lavorare. La situazione si ribaltava spesso, dato che i “treni dei cornuti”, pieni di mariti diretti verso le località di villeggiatura, testimoniavano altrettante occasioni di infedeltà femminile. Oggi, con la maggiore flessibilità del lavoro e la diffusione di ferie condivise, il detto ha perso parte della sua rilevanza originaria, anche se la canicola estiva potrebbe suggerire una soluzione più semplice al problema: una rinfrescante doccia fredda.

Redazione

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