Visioni Ideali: Un’Italia Riformulata

Ho sempre apprezzato le utopie, intese sia come genere letterario che come strumento di analisi politica. Queste descrizioni di mondi ideali, apparentemente fantasiosi e paradossali, rappresentano tuttavia aspirazioni desiderabili per la felicità collettiva. Se mi cimentassi in questo esercizio, sarei in illustre compagnia: Platone, Moro, Campanella, Bacone e molti altri. Nonostante la mia inadeguatezza, provo a confrontarmi con i principali mali che affliggono la nostra nazione. Consideriamo, ad esempio, la questione dell’immigrazione. Un’improbabile, quasi miracolosa, soluzione temporale avrebbe portato a una situazione impossibile, dal punto di vista naturalistico e storico. La resurrezione dei morti o la ripetizione delle epoche sono impensabili; altrimenti non si tratterebbe di utopia. Immaginiamo, per assurdo, un ritorno improvviso di un governo passato. Solo un folle potrebbe credere che accada qualcosa del genere. Non si tratta di apologia, ma di esplorazione utopica. Ecco la mia proposta: accogliamo, soccorriamo, assistiamo gli immigrati; dopodiché, forniamo loro il necessario per un viaggio di ritorno nei loro paesi d’origine. In un mese, il flusso migratorio diminuirebbe drasticamente, nonostante le critiche di Macron e dell’Unione Europea. Esaminiamo ora il problema fiscale. Il giurista Franco Cordero, professore emerito, ha scritto che “l’attività legislativa mira ad accumulare potere o a soggiogarne uno avverso” e che “l’obbligo di obbedienza deriva dalla capacità di qualcuno, in una posizione di potere, di imporre la propria volontà”. Il potere stesso risiede nella “capacità di influenzare gli altri tramite un apparato coercitivo”. Queste affermazioni smascherano gli idolatri della legalità e coloro che condannano l’evasione fiscale. Un’analisi più approfondita, ispirata a Cordero, suggerisce che l’evasione fiscale sia un diritto, dato che l’intero sistema tributario viola principi giuridici basilari, norme costituzionali e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948. In un rapporto di scambio, non può essere il creditore a determinare unilateralmente quando e quanto il debitore debba pagare (il principio del “Nemo iudex in re sua”). È come se gli arbitri di una partita di calcio fossero anche giocatori. Inoltre, quando l’importo da pagare è eccessivo rispetto alle capacità economiche del contribuente, si viola un principio fondamentale, sancito dalla Corte Costituzionale. La pretesa dello Stato diventa ingiusta e illecita, supportata dalla minaccia di esecuzione forzata, trasformandosi in estorsione. In tal caso, entrano in gioco i principi di legittima difesa e di stato di necessità, che legittimano qualsiasi violazione della legge, anche penale. Infine, la persecuzione di chi non può pagare, come pensionati, piccoli imprenditori o professionisti, con il conseguente sequestro dei propri beni, fino alla soglia della sopravvivenza, viola il diritto fondamentale a un’esistenza libera e dignitosa (art. 36 Cost.) e l’art. 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”). A causa di limiti di spazio, non posso affrontare altri problemi cruciali, come la comunicazione, il sistema bancario e il mondo del lavoro, con altrettante soluzioni utopiche da proporre ai nostri politici. Se interessati, ne parlerò prossimamente. Aldo Di Vito [email protected]