Il 17 luglio segna il 115° anniversario di un’invenzione che ha trasformato radicalmente la vita moderna: l’aria condizionata. Brevettata dall’ingegnere americano Willis Haviland Carrier, questa tecnologia, inizialmente impiegata per controllare l’umidità in una tipografia di Brooklyn, si è rapidamente diffusa in vari settori. Nel 1902, il primo sistema di “condizionamento ad aria”, come originariamente definito, affrontò il problema dell’eccessiva umidità che ostacolava la stampa, garantendo un ambiente di lavoro ottimale. L’efficacia nel regolamentare l’umidità si rivelò presto fondamentale anche per l’industria tessile e, successivamente, trovò impiego negli uffici e nelle abitazioni private, oltre che nelle automobili dopo la seconda guerra mondiale. I primi refrigeranti, ammoniaca e clorometano, sebbene efficaci, si dimostrarono altamente tossici, portando allo sviluppo di alternative più sicure come il freon. Nonostante i benefici innegabili, l’uso diffuso dell’aria condizionata presenta anche aspetti negativi, tra cui i problemi di salute legati al brusco passaggio tra ambienti climatizzati e temperature esterne, e l’impatto sull’ozono atmosferico, argomento centrale nelle discussioni sulle politiche climatiche globali. Un uso consapevole e moderato di questa tecnologia rimane quindi essenziale per bilanciare i vantaggi con la necessità di preservare l’ambiente. In definitiva, nonostante gli aspetti critici, l’invenzione del condizionamento dell’aria rappresenta un progresso significativo, apprezzabile soprattutto durante le torride giornate estive. Auguri dunque a questa tecnologia, indispensabile alleata contro il caldo, nel suo 115° anniversario.
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