Le recriminazioni dei perdenti, trabocchetti e rancori, sono un’eco prevedibile nelle campagne elettorali affollate, teatro di centinaia di candidati, collaboratori, sostenitori, comitati e sottocomitati. Migliaia di richieste di documenti elettorali intasano uffici già oberati da personale esausto, non sempre perfettamente aggiornato su normative e regolamenti. Chi è senza peccato scagli la prima pietra; se errori sono stati commessi, la magistratura provvederà. Tuttavia, la responsabilità penale è individuale e non si può coinvolgere ingiustamente altri in dispute di poco conto. I tentativi di screditare ingiustamente una figura pubblica, plebiscitariamente acclamata, risultano sterili e controproducenti. Manteniamo la calma. È inaccettabile che un parlamentare abusi dello strumento dell’interrogazione parlamentare, solitamente riservato a questioni di rilevanza nazionale o internazionale, per interrogare il Ministro dell’Interno su un episodio marginale, accaduto in un piccolo comitato elettorale. Come cittadini, e in qualità di diretto interessato, chiediamo a nostra volta al Ministro di accertare gli effetti negativi di tale parlamentare sulla nostra città negli anni, anche riguardo al danno a livello elettorale e di reputazione, con la presunta complicità di altri esponenti politici. Ricordiamo, inoltre, che il Prefetto, il Ministro e altri funzionari non sono gerarchicamente superiori al sindaco, legittimamente eletto dal popolo, salvo in casi di infiltrazioni criminali. Per illustrare il concetto, ricordo un aneddoto: alcuni cittadini si lamentarono per un senso unico istituito per migliorare la viabilità. Spiegai che non potevo modificarlo per interessi particolari; la loro risposta fu “Andremo più in alto”, alla quale replicai: “Allora dovete andare in Paradiso, perché al di sopra di me, in questa materia, c’è solo Dio”. Non era superbia, ma la spiegazione che ogni istituzione ha competenze specifiche. È tempo che questo parlamentare si concentri sul suo ruolo istituzionale, dato il suo scarso successo elettorale, evidenziato dalla sua assenza dalla campagna per non danneggiare altri candidati. Auspichiamo che una riforma elettorale possa finalmente rimuovere tale ostacolo. Aldo Di Vito [email protected]
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