La Corte di Giustizia Europea ha emesso una sentenza dirompente, dichiarando illegale la nota piattaforma online Pirate Bay e sanzionando indirettamente anche importanti intermediari come Google e Facebook. Questa decisione, frutto di una lotta senza quartiere contro la violazione del copyright, incrimina Pirate Bay per la diffusione di opere protette da diritti d’autore, prevalentemente film e musica, tramite condivisione di torrent. La piattaforma, già protagonista di diversi procedimenti legali (nel 2015, ad esempio, le autorità svedesi confiscarono i suoi server), è stata ritenuta responsabile per aver agevolato la pirateria online. La sentenza si estende anche ai giganti del web, Google e Facebook, accusati di facilitare l’accesso a Pirate Bay attraverso l’indicizzazione dei file torrent, rendendoli così complici nella diffusione di contenuti illegali. Questa decisione impone ai due colossi una maggiore responsabilità nella gestione dei contenuti online. A differenza di Pirate Bay, servizi di cloud storage come Zippishare o Rapidgator (i cosiddetti “cyberlocker”), che fungono da archivi online per la condivisione di file senza indicizzazione diretta, sono stati, per ora, risparmiati. Sebbene questa sentenza rappresenti un significativo passo avanti nella lotta alla pirateria digitale, la battaglia per estirpare completamente questo fenomeno è ancora lungi dall’essere vinta.
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