Anche il giallo è rosso: la Corte di Cassazione conferma le multe

Anche il giallo è rosso: la Corte di Cassazione conferma le multe

Gli automobilisti spesso considerano il semaforo rosso l’unico ostacolo alla guida, trascurando le implicazioni del giallo. La convinzione diffusa che il giallo significhi una sorta di “tolleranza” prima del rosso è errata, come ribadisce la sentenza 11702/2017 della Corte Suprema di Cassazione, depositata l’11 maggio 2017. La sentenza conferma la legittimità di una multa inflitta ad un’automobilista che ha attraversato un incrocio con il semaforo giallo. Il ricorso della conducente, respinto in appello, è stato nuovamente rigettato dalla Cassazione.

Il codice della strada è inequivocabile: la fase gialla, di durata generalmente breve (circa tre secondi), impone al conducente di arrestarsi se ciò è possibile senza compromettere la sicurezza. Solo se il passaggio del giallo avviene durante l’attraversamento dell’incrocio, è consentito proseguire, in quanto la frenata improvvisa potrebbe essere pericolosa. Superare il semaforo con il giallo acceso, pertanto, costituisce infrazione, sanzionata con una multa da 162 a 646 euro e la decurtazione di 6 punti dalla patente (12 per i neopatentati).

La prudenza è fondamentale. La sentenza sottolinea che la cautela non si limita alla fase gialla, ma deve essere esercitata anche con il verde. Anche se il semaforo verde indica un’autorizzazione al transito, l’automobilista non è esente dall’obbligo di una guida diligente e prudente, adattandosi alle condizioni specifiche dell’incrocio e prevedendo potenziali pericoli derivanti da comportamenti scorretti di altri conducenti. In definitiva, una guida attenta e rispettosa del codice della strada, che preveda l’arresto al giallo, è la migliore garanzia per evitare sanzioni e pericoli.