Un acceso dibattito sulla grave contaminazione del fiume Sarno si è svolto ieri presso il Convento di Sant’Antonio a Nocera Inferiore. L’incontro, che ha visto la partecipazione di diverse associazioni ambientaliste, ha evidenziato forti critiche alla gestione pubblica, accusata di non garantire la salute dei cittadini a causa di emissioni potenzialmente cancerogene. Emiddio Ventre, portavoce del comitato “No vasche, no inquinamento”, ha denunciato la mancata realizzazione del collegamento della rete fognaria al depuratore di Angri, sottolineando la presenza di ben venti punti di scarico autorizzati tra Cavaiola e Solofrana, secondo i dati Arcadis. La situazione, aggravatasi nell’ultimo anno a causa della riduzione della diluizione dei reflui e della rimozione delle vasche Imhoff da parte di Gori, espone i residenti di via Matteotti, via Citarella, via Quasimodo e via Martinez Y Cabrera, nonché studenti del liceo classico Vico e della scuola media De Lorenzo, ad un’esposizione ad aerosol potenzialmente cancerogeni. Ventre ha inoltre puntato il dito contro gli scarichi illegali delle concerie di Solofra, che aggirano i sistemi di depurazione a proprio vantaggio economico, citando il colore rossastro delle acque in uscita dal depuratore di Costa di Mercato San Severino, indicativo di un elevato livello di cromo. Ha ricordato, inoltre, la chiusura di pozzi a Solofra e Montoro a causa dell’allarme per la presenza di tetracloroetilene, rilevato anche a 200 metri di profondità. L’obiettivo dichiarato di Ventre è sensibilizzare l’opinione pubblica e denunciare l’inazione dello Stato, che continua a compromettere la salute pubblica attraverso l’inquinamento ambientale. Francesco Albano, del gruppo “Difendiamo ambiente e salute – Montoro”, ha proposto la creazione di una task force tra i diversi comitati per affrontare il problema in modo coordinato e costante.
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