L’eccessivo utilizzo di internet: una nuova forma di dipendenza?

La crescente diffusione dei social media e dei videogiochi sta causando una preoccupante dipendenza tra le giovani generazioni, con potenziali conseguenze sociali paragonabili, o addirittura superiori, a quelle derivanti dall’abuso di alcol e droghe. Ricordate la frenesia di Pokémon Go? Migliaia di giovani, trasformati in veri e propri “zombie digitali”, vagavano per le strade con gli occhi incollati ai propri smartphone, a caccia di creature virtuali. Questo è solo un esempio lampante della dipendenza da internet, un fenomeno complesso che differisce dall’assuefazione a sostanze tradizionali per la difficoltà di stabilire una soglia di rischio. Tuttavia, la somiglianza con le dipendenze classiche è evidente nel meccanismo neurologico coinvolto: l’attivazione delle stesse sinapsi cerebrali che si riscontrano nell’uso di droghe, attraverso la liberazione di dopamina, come confermato dall’American Psychiatric Association. Una ricerca della GlobalWebIndex evidenzia che l’utente medio dedica circa due ore e diciannove minuti al giorno ai social media. Secondo l’Università di Amsterdam, un dato ancora più allarmante è la percentuale del 5% di adolescenti già dipendenti da internet. Le conseguenze a lungo termine sono potenzialmente devastanti, con un aumento del rischio di disturbi depressivi. Infatti, uno studio del Pew Research Center mostra che il 39% degli adolescenti è preoccupato dal numero di “like” ricevuti sui propri post, mentre il 68% ricerca supporto emotivo online. Questo circolo vizioso, tra ansia da approvazione sociale e dipendenza digitale, aggrava ulteriormente il problema, configurando una seria minaccia per la salute mentale delle giovani generazioni.