La Dismissione di Gori: Pressione Cittadina per l’Acqua Pubblica a Roma

L’assenza del sindaco Raggi a un incontro con attivisti per l’acqua pubblica ha alimentato le proteste riguardo alla gestione di ACEA, società di cui il Comune di Roma detiene la maggioranza delle azioni e che controlla GORI SpA. Una consistente delegazione di comitati provenienti da diverse aree della Campania, tra cui il Nolano, il Vesuviano e l’Agro Nocerino-Sarnese, ha occupato pacificamente il Campidoglio, organizzando un secondo “Consiglio popolare dell’acqua”. Questa mobilitazione, seguita a un evento simile dello scorso ottobre, ha riunito cittadini, amministratori locali e dipendenti del settore idrico da Lazio, Campania, Umbria e Toscana. Tra i partecipanti, il sindaco di Roccarainola, Raffaele De Simone, rappresentante della Rete dei Comuni per l’acqua pubblica del distretto Sarnese Vesuviano e membro del nuovo Ente Idrico Campano. I rappresentanti dei comitati hanno sollecitato un impegno concreto da parte dell’amministrazione comunale romana per la transizione verso una gestione pubblica dell’acqua, chiedendo in particolare la cessione delle quote azionarie in GORI mediante la sua liquidazione. Nonostante l’invito, la sindaca Raggi ha mancato l’appuntamento, e le dichiarazioni del consigliere comunale delegato si sono limitate a vaghe promesse di convocazione di un consiglio comunale aperto al dibattito. Gli attivisti, delusi dalle rassicurazioni, hanno ribadito la richiesta di un mandato preciso al nuovo consiglio di amministrazione di ACEA, affinché si proceda al ritiro dalle aree in concessione, a partire dalle zone più colpite. Hanno annunciato l’intensificazione delle azioni di pressione fino al ritiro completo di ACEA e al ritorno della gestione idrica nelle mani delle comunità locali, tramite una gestione consortile, improntata a solidarietà, trasparenza, democrazia e partecipazione.