La pianta del carciofo, apprezzata per il suo sapore e le sue proprietà medicinali, vanta origini mitologiche affascinanti. La leggenda narra che Zeus, follemente innamorato della ninfa Cynara, la trasformò in questo ortaggio spinoso, i cui colori – il verde e il viola – ricordano quelli della sua amata, mentre il cuore tenero simboleggia la sua natura dolce. Originario del Mediterraneo orientale, il carciofo selvatico, più piccolo e pungente rispetto alle varietà odierne, veniva anticamente utilizzato per la coagulazione del latte nella produzione di formaggi. La sua diffusione in cucina è tradizionalmente legata a Caterina de’ Medici, con introduzioni documentate a Napoli e Firenze nel XV secolo. Appartenente alla famiglia delle Asteraceae, il carciofo presenta numerose varietà, tra cui il violetto di Sicilia, il romano (o mammolo), simile al PGI di Paestum, il violetto di Toscana e lo spinoso sardo. Coltivato sia per uso alimentare che terapeutico, è rinomato per i suoi succhi epatoprotettivi e diuretici, grazie alla cynarina che stimola la produzione biliare, contribuendo alla dissoluzione dei calcoli. Ricco di minerali (ferro, rame) e vitamine (B1, B3, E, K), possiede anche proprietà digestive e toniche. Le preparazioni culinarie sono infinite e variano a seconda delle regioni: dalla torta pasqualina ligure ai carciofi alla giudia romani, fino alla “carcioffola arrustuta” campana, tipica dell’Agro nocerino sarnese e del Casertano, che richiede carciofi “mammolo”. Ingredienti: 10 carciofi, 10 spicchi d’aglio, prezzemolo abbondante, sale, pepe nero, olio di semi. Preparazione: recidere il gambo dei carciofi, lasciandone una piccola parte per appoggiarli sulla brace. Dopo un lavaggio accurato e un’asciugatura completa (meglio la sera precedente) per evitare di spegnere i carboni, batterli leggermente per aprirli. Condire con sale, prezzemolo tritato, pepe e aglio inserito al centro, quindi irrorare con olio. Cuocere sulla brace viva per circa 40 minuti, girandoli e bagnandoli periodicamente con olio. A cottura ultimata, rimuovere le foglie esterne bruciate e servire.
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