La questione dei 122 milioni di euro richiesti agli utenti campani dalla Gori per evitare il fallimento sarà risolta dall’Ente Idrico Campano. A seguito della sentenza del TAR Campania, che aveva annullato la delibera commissariale del 2014, il Consiglio di Stato ha rimandato la decisione ai comuni riuniti nel nuovo ente. Questi 122 milioni, relativi al periodo 2006-2011, erano destinati a sanare il deficit della Gori. Il TAR aveva già dichiarato decaduto il commissario Carlo Sarro, nominato dall’ex governatore Caldoro, riconoscendo l’illegittimità degli atti e attribuendo la competenza ai comuni, ora rappresentati nell’Ente Idrico Campano. L’azione congiunta di comitati civici, Federconsumatori Campania e alcuni comuni, tra cui Angri, Casalnuovo e Nocera Inferiore, ha impedito finora la riscossione di questo importo. Un’ulteriore richiesta di riscossione da parte dell’Ente Idrico Campano sarebbe inaccettabile, rappresentando un tentativo di salvare la Gori dal fallimento a spese dei cittadini. È necessario abbandonare la strada della privatizzazione fallimentare del servizio idrico, sostituendo la gestione Gori con un’azienda pubblica consortile, trasparente, solidale, democratica e partecipativa, nel rispetto dei referendum popolari.
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