In un vivace quartiere di Napoli, tra vicoli suggestivi e botteghe artigiane, un incontro fortuito con turisti incuriositi ha ispirato questa riflessione sul cornetto, amuleto scaramantico per antonomasia. Non il dolce da colazione, bensì l’oggetto potente, ritenuto capace di respingere le energie negative, che adorna vetrine e case. Soprannominato “o’ curnciell”, questo talismano, secondo la tradizione, non va acquistato, ma ricevuto in dono, preferibilmente realizzato in corallo. La sua efficacia è radicata in un’antica simbologia: già nel 3500 a.C., corna animali venivano appese come auspicio di fertilità e prosperità, simboli poi associati alla potenza maschile. Guerrieri ostentavano corna sugli elmi, mentre la Dea Iside riceveva offerte di corna per la fertilità animale. L’uso decorativo è testimoniato anche nell’antica Pompei, dove i tintinnabula, sonagli a forma fallica, proteggevano dalle influenze malefiche, analogamente alle statue di Priapo nei giardini delle ville patrizie. I napoletani, con il loro estro creativo, hanno abbracciato questo simbolo antico, trasformandolo in un’icona locale, un vero e proprio marchio di fabbrica, arricchendolo con gesti e modi di dire tipici.
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