La Corte di Cassazione ha reiteratamente affermato che i conducenti di veicoli hanno il dovere di assicurare l’adozione delle misure di sicurezza previste dal codice della strada da parte di tutti i passeggeri. Questo obbligo include la verifica dell’utilizzo delle cinture di sicurezza. In caso di mancato utilizzo, il conducente è tenuto a rifiutare il trasporto o a interrompere la marcia. Questa responsabilità, già sancita in precedenti sentenze (1996 e 2003), è stata ribadita nella sentenza n. 11429 del 2017, che ha respinto i ricorsi contro una decisione della Corte di Appello di Ancona. Nel caso specifico, un automobilista, guidando ad alta velocità di notte, su strada bagnata e in stato di ebbrezza, ha perso il controllo del veicolo, causando un incidente. La passeggera anteriore, priva di cintura, è stata sbalzata fuori dall’auto riportando gravi lesioni. Il conducente è stato ritenuto responsabile, sia in primo che in secondo grado, nonostante avesse sostenuto di non aver notato la mancanza della cintura a causa dell’oscurità. La Corte Suprema ha respinto questa giustificazione, ribadendo l’obbligo di diligenza del conducente nei confronti dei passeggeri. Pertanto, il conducente è responsabile dei danni subiti dai passeggeri a causa della mancata adozione di misure di sicurezza adeguate, indipendentemente dalla responsabilità del passeggero stesso. Questo rigido obbligo di sorveglianza, però, non esonera i passeggeri dal loro dovere di indossare le cinture, essenziali per la propria sicurezza.
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