Milano Fashion Week: tra apparenza e sostanza

La città meneghina, cuore pulsante della moda italiana, ospita nuovamente la settimana della moda. Quest’anno, però, l’attenzione si sposta dalle tendenze stagionali a un fenomeno curioso, un’invasione che sta suscitando perplessità e critiche. Dimenticate le raffinate collezioni passate, i delicati giochi di luce e colore, e il buon gusto che contraddistingueva la capitale della moda. Ci concentreremo su un aspetto meno glamour della settimana della moda, quello che sta lasciando molte persone, tra cui giornaliste e esperte del settore, perplesse e persino disgustate. Non parleremo dunque delle nuove proposte di stagione, con le loro tonalità orientali, le combinazioni audaci di rosso, verde e arancione, o le fantasie floreali, ma di una tendenza che poco ha a che fare con l’abbigliamento in sé. Un tempo, acquirenti internazionali, spesso giovani donne, si recavano a Milano per ammirare le sfilate e acquistare i capi che più le ispiravano, dettando così le nuove tendenze. Oggi, invece, Milano è stata assaltata da un gruppo di blogger cinesi che hanno frequentato gli eventi non per studiare le nuove collezioni e pubblicarne recensioni sui propri blog, ma per essere fotografate da fotografi improvvisati, nella speranza di comparire su riviste di moda. Questo strano modo di concepire la moda, dove l’apparire prevale sull’essere, dove l’abbigliamento è relegato a un ruolo secondario, ha scatenato critiche. La settimana della moda, dunque, è diventata anche questo: una metamorfosi dell’essenza stessa della moda, un’incessante ricerca di visibilità a tutti i costi.