Attenzione, romantici: i gesti d’amore possono trasformarsi in reato

La Corte di Cassazione ha stabilito che anche azioni apparentemente innocue, come l’invio ripetuto di doni, possono costituire atti persecutori, ovvero stalking. Una sentenza del 2016 (n. 18559) ha confermato questo principio, chiarendo che la ripetizione insistente di gesti, anche se di per sé non violenti, diventa reato se provoca disagio e angoscia nel destinatario, costretto a modificare le proprie abitudini. Nel caso specifico, un uomo, manifestando la propria ammirazione in modo ossessivo nei confronti di una donna, le ha inviato fiori, messaggi, e altri doni, nonostante avesse compreso il suo rifiuto. Questa insistenza, secondo la Corte, ha indotto nella donna uno stato di ansia tale da costringerla a cambiare il suo stile di vita, evitando di uscire da sola e modificando le sue routine familiari. Il Tribunale di Salerno ha quindi disposto un divieto di contatto e un ordine di allontanamento. La Cassazione ha confermato la decisione, sottolineando che la gravità del reato non dipende dalla presenza di minacce, ma dall’effetto concreto sulla vita della vittima. Il fatto che la linea di demarcazione tra corteggiamento e molestia possa apparire soggettiva, non inficia la validità della sentenza. La Corte ha ribadito che, indipendentemente dalle intenzioni del donatore, la persistenza di comportamenti indesiderati, anche se apparentemente innocui come l’offerta di fiori, può costituire un reato grave, se compromette la serenità e la sicurezza del destinatario.