Ricordi d’infanzia di una donna, che ha lasciato la sua Nocera per lavoro, evocano un’atmosfera quasi fiabesca di Natale passati. La memoria, particolarmente vivida per quel periodo, riporta alla tradizione del vivace mercato del pesce del 24 dicembre. I venditori, che si assicuravano il loro posto già dalla notte precedente, riempivano l’aria con le loro grida accattivanti per richiamare i clienti. Immagini nitide ritornano alla mente: le numerose bambole, regalate dal padre, creatore di un consorzio di commercianti di vino, che la bambina, allora, trovava spaventose e mostruose, contrariamente all’idea dei donatori che la immaginavano delicata come un fiore. In realtà, la piccola aveva un appetito vorace, tanto da essere invitata a pranzo da madri di compagne di scuola con figlie poco golose. Un episodio memorabile risale a un Natale a Napoli: un enorme tacchino acquistato in una rinomata rosticceria, “Villa di Lucullo”, scomparve misteriosamente prima del cenone, divorato dalla bambina con disinvoltura. Le abbuffate natalizie proseguivano con l’arrivo di parenti da Milano, portatori della novità del pandoro nel 1964 o 1965. L’insolito dolce, apprezzato dalla bambina che detestava il panettone, svanì altrettanto in fretta. Fortunatamente, il padre, grazie alla generosità dei suoi clienti, aveva a disposizione un’abbondanza di dolciumi, evitando così la delusione degli ospiti, tra cui le prozie Michelina e Giulia. Queste due donne, protagoniste indiscusse dei suoi Natali, si contendevano le attenzioni familiari. Zia Michelina, madrina di battesimo, era legata a ricordi di una nascita rocambolesca e di un’infanzia con pochi rischi. Ricordi speciali riguardano la sua casa, piena di mobili antichi e di oggetti affascinanti, come la poltrona che la bambina chiamava “la sedia dei fidanzati” e l’ inquietante foto del bisnonno con imponenti baffi. Zia Giulia, invece, viveva sul Corso, dal cui balcone osservava il viavai di persone, e nel suo appartamento si trovavano oggetti di grande fascino, tra cui un presepe sotto una campana di vetro, una sofferente Santa Lucia e bambole di porcellana. La zia, trasferitasi poi in una casa di riposo, dimenticò molti oggetti, compresi i mobili in miniatura del “mezzanino”, mai più ritrovati. La Nocera dei ricordi era ricca di tradizioni, tra cui il mercato del pesce del 24 dicembre, con la sua atmosfera frenetica, i venditori e i capitoni. La bambina, turbata dalla vista dei pesci, era aiutata dalla madre a preparare il pesce regalato dai clienti del padre. Un ricordo indelebile è quello di una cena natalizia del 26 dicembre 1959, con la visita degli zii di Como, tra cui una zia ex modella Dior, e l’arrivo inatteso della sorellina. La reazione della bambina alla vista della neonata fu inaspettatamente aggressiva, con un morso alla mano della neonata, preferendo le bambole ricevute in regalo.
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