Un tema potente, profondamente attuale, che scuote profondamente: la poesia di Nino Ranucci, “O Razzismo”, ci consegna questa cruda realtà. “O Pataterno”, il giorno in cui tutti apparivano uguali, fino a quando qualcuno pensò: “Questa cosa è strana, è stata fatta male”. Questo fu l’inizio di una rivoluzione, la vita umana svalutata, milioni di persone destinate alla deportazione, rinchiuse nei campi di concentramento. Un folle guidava il nazismo, un partito che portò distruzione, una dottrina chiamata razzismo: razza contro razza per l’annientamento. Ora si vorrebbe credere che le cose siano cambiate, che la gente non sia più razzista, eppure gli stranieri vengono allontanati, dipinti come delinquenti o criminali. Nessuno sembra comprendere che per vivere in pace sulla Terra serve più tolleranza; l’odio è giustificabile solo contro la guerra, altrimenti per il mondo non c’è speranza. Figlio mio, ti imploro: impara a incontrare persone di ogni colore, ricorda che anche loro sono figli di Dio, trattale come fratelli e sorelle. NINO RANUCCI
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