Vulcani sottomarini scoperti al largo di Napoli: un nuovo scenario di rischio

Un team di scienziati del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’Università Federico II di Napoli ha annunciato la scoperta di sei vulcani sottomarini precedentemente sconosciuti al largo della costa napoletana, tra Ercolano e Torre Annunziata. Queste strutture vulcaniche, con diametri di circa 800 metri, si aggiungono ad altre note formazioni, come il Vesuvio, il Marsili e i Campi Flegrei, creando un complesso scenario geologico costiero. Le nuove strutture, provvisoriamente denominate da V1 a V6, formano una sorta di semicerchio lungo il tratto di costa che unisce Ercolano all’antica Oplonti. La loro profondità varia significativamente: V5 è situato a soli 5 metri sotto il livello del mare, mentre V6, ubicato di fronte alla costa di Ercolano, giace tra i 50 e i 100 metri di profondità. Studi preliminari indicano che V6 potrebbe aver avuto eruzioni relativamente recenti, addirittura nel 1794 e nel 1861, a distanza di tempo relativamente breve dall’eruzione del Vesuvio del 1631. Le analisi geochimiche hanno inoltre rivelato tracce di colate laviche risalenti al Medioevo, provenienti dal Vesuvio e raggiungenti il mare. Questa scoperta evidenzia la necessità di rivalutare e aggiornare i piani di emergenza in caso di attività vulcanica, soprattutto considerando che uno dei sei vulcani presenta una struttura geologicamente più fragile e pertanto un rischio potenziale maggiore. L’integrazione di queste nuove informazioni nel quadro dei pericoli vulcanici della zona è fondamentale per garantire la sicurezza della popolazione.