Milioni di dispositivi intelligenti, interconnessi tramite sensori, definiscono la realtà odierna. Sistemi di allarme che anticipano il traffico, abitazioni con sensori che gestiscono l’apertura e chiusura delle finestre in base alle previsioni meteo, irrigazione automatizzata per le coltivazioni, termostati remoti e fitness tracker: questi sono solo alcuni esempi dell’Internet delle Cose (IoT). Questa rete di sensori integrati in oggetti di uso quotidiano monitora e controlla apparecchiature, oggetti, ambienti e persino la salute individuale. Secondo McKinsey & Company, nel 2015 si contavano oltre 5 miliardi di oggetti connessi; entro il 2025, questa cifra dovrebbe raggiungere i 28 miliardi, aprendo la strada a innumerevoli applicazioni. Considerata la quarta rivoluzione industriale, l’IoT dovrebbe rappresentare circa l’11% dell’economia globale nei prossimi dieci anni, generando la nascita di nuove figure professionali come il Chief Internet of Things Officer. Tuttavia, emergono significative preoccupazioni riguardo a privacy e sicurezza. L’attacco hacker del 21 ottobre, che ha compromesso siti web come Visa, Spotify e Netflix, nonché elettrodomestici, dimostra la vulnerabilità del sistema. Se non si implementano miglioramenti significativi nella sicurezza dei dispositivi connessi, il rischio di attacchi futuri, con conseguenze potenzialmente catastrofiche, è elevato.
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