La sentenza della Corte Costituzionale che ha respinto i ricorsi contro la sospensione di politici condannati, anche senza condanna definitiva, ha innescato forti proteste contro il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Il Movimento 5 Stelle e Si-Sel hanno espresso la loro indignazione, contestando la legittimità dell’operato della giunta regionale alla luce della decisione della Consulta. Secondo i critici, De Luca non avrebbe dovuto essere insediato, nonostante la successiva assoluzione. Tonino Scala, segretario regionale di Si-Sel, ha chiesto con fermezza le dimissioni del governatore, definendo la sua permanenza in carica una mancanza di rispetto per le istituzioni e per la dignità personale. Scala ha espresso scetticismo sulla possibilità che De Luca accolga la sua richiesta, giudicandolo inadatto a recepire tali appelli. Il segretario regionale ha criticato aspramente la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare illegittima la sospensione della sospensione da parte del Tribunale, decisione che ha di fatto consentito a De Luca di candidarsi alla presidenza della Regione, in violazione, secondo Scala, della Legge Severino. Scala ha definito la situazione “una vergogna senza precedenti”, sottolineando che senza l’intervento del Tribunale di Napoli che ha deferito il caso alla Consulta, De Luca non sarebbe oggi governatore. Ricorda con orgoglio la campagna elettorale condotta con il candidato Salvatore Vozza, dove Si-Sel rifiutò alleanze che avrebbero portato a posizioni di potere, scegliendo invece di difendere la legalità e il rispetto delle istituzioni. Conclude affermando che l’atteggiamento di De Luca, il suo concetto di diritto e il suo approccio autoritario alle istituzioni allontanano i cittadini, soprattutto i giovani, dalla politica e mettono a rischio la democrazia, accusandolo di aver piegato le regole per le proprie ambizioni personali, sminuendo così la politica stessa.
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