La Camera dei Deputati si appresta a votare, il 13 settembre, una controversa legge sul cyberbullismo, fortemente voluta in origine dalla senatrice Elena Ferrara in seguito alla tragica scomparsa di Carolina Picchio. La proposta, inizialmente focalizzata sulla protezione dei minori, ha subito profonde modifiche dal 27 luglio, suscitando forti perplessità. La nuova versione prevede la convocazione in Questura per chiunque compia atti illeciti online, anche se non ripetuti, attraverso qualsiasi piattaforma digitale, inclusi social media, blog e forum. Questa disposizione contempla la rimozione di contenuti considerati offensivi, con pene fino a sei anni di reclusione per i responsabili, mettendo a rischio la libertà di espressione di tutti gli utenti del web, in particolare giornalisti, blogger e satirici che criticano il mondo politico. Inoltre, la legge presenta una definizione di cyberbullismo poco chiara e scarica ancora una volta la responsabilità degli adempimenti burocratici su gestori e piattaforme online, come già avviene con la riforma sulla legge sulla stampa. Anche la senatrice Ferrara ha espresso pubblicamente la sua preoccupazione, definendo la legge modificata una potenziale “norma ammazza web” che si allontana dalla sua originaria finalità di tutelare i minori, vittime e carnefici, e di promuovere un’educazione digitale responsabile.
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