Integrazione di successo: la storia di Simone a Nocera Inferiore

Un acceso dibattito online ha diviso l’opinione pubblica di Nocera Inferiore sull’immigrazione. Molti esprimono forti riserve sull’arrivo di cittadini stranieri. Tuttavia, esistono esempi concreti di integrazione riuscita, consolidati nel tempo. Uno di questi è Abdellah, universalmente noto come Simone, presente da anni vicino all’ufficio postale centrale. Giunto dal Marocco nell’estate del 1990, dopo un primo periodo a Sarno assistito dal cognato, ha affrontato le difficoltà iniziali, compresa l’apprendimento della lingua italiana, inizialmente comunicando prevalentemente con i gesti. Dopo un anno si trasferì a Nocera, città che considera ormai la sua casa. Ricorda con affetto un’anziana signora che, impossibilitata a pronunciare il suo nome, lo chiamava Simone, appellativo che ha poi adottato. Descrive gli anni ’90 come un periodo positivo, caratterizzato da una maggiore disponibilità economica: iniziò vendendo piccoli oggetti da un carretto, poi ampliando gradualmente la sua attività fino a costruire una bancarella più grande. In questo percorso, ha stretto amicizie che lo hanno supportato nell’affitto e nelle spese familiari. Infatti, dopo essersi stabilito, ha fatto venire la moglie e ha avuto tre figli. Sebbene inizialmente entusiasta della vita a Nocera, il suo volto si incupisce quando parla delle difficoltà successive. Alcuni amici iniziali si sono allontanati, promesse di lavoro sono rimaste disattese e la crisi economica dal 2007 ha aggravato la situazione. Nonostante le problematiche, Simone mantiene un atteggiamento positivo, apprezzando l’affetto dei passanti. La sua storia rappresenta un esempio di integrazione riuscita, merito anche di chi, anziché rifiutarlo, gli ha offerto una possibilità.