Tradizioni religiose locali: il fascino antico di “o’ vacille cu’ e rose”

Tradizioni religiose locali: il fascino antico di “o’ vacille cu’ e rose”

Maggio, mese dedicato alla Madonna, è ricco di usanze religiose, tra pellegrinaggi a Pompei e pratiche devozionali tramandate di generazione in generazione. Tra queste, “o’ vacille cu’ e rose”, un’espressione dialettale che indica un rito della vigilia dell’Ascensione. La sera precedente alla festa, si pone una bacinella contenente acqua e petali di rosa (“o’ vacille”) sulla porta di casa o in un luogo aperto. Secondo la tradizione, a mezzanotte Gesù benedice le acque; al mattino, i familiari si lavano il viso con quest’acqua profumata, un gesto di purificazione spirituale. Sebbene il rito sia principalmente dedicato a Gesù, la concomitanza con la celebrazione di Santa Maria dei Bagni a Scafati, nota anche come “e’ Vagn”, crea un legame con la devozione mariana, sottolineato dai canti e balli folkloristici che accompagnano la festa. In passato, essendo l’Ascensione di giovedì, il rito si svolgeva in quel giorno; oggi, a causa dello spostamento della data, si celebra di domenica. Oltre al significato religioso, la pratica offre anche un benefico effetto sulla pelle, un piacevole risvolto “terreno” alla purificazione spirituale. Recuperare queste tradizioni, spesso comuni a vaste aree geografiche, rafforza l’identità locale e contribuisce a superare le barriere campanilistiche. Trasmettere alle nuove generazioni questo patrimonio culturale, sia esso popolare o religioso, è un atto di rispetto verso la nostra storia e la nostra antica eredità.