La crescente diffusione delle piattaforme digitali ha portato a una maggiore condivisione di informazioni personali, esponendo gli utenti a potenziali rischi per la privacy. L’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, con il provvedimento n. 56 del febbraio 2016, ha imposto a Facebook di eliminare i profili contraffatti e di fornire alle vittime di furto di identità accesso completo ai dati contenuti in tali profili. Questa decisione è scaturita dal ricorso di un cittadino italiano, vittima di un tentativo di estorsione e usurpazione d’identità tramite un profilo falso contenente le sue immagini e informazioni private. L’autore del profilo aveva diffuso fotomontaggi e video manipolati che ritraevano il ricorrente in situazioni compromettenti, tra cui attività sessuali con minori, causando un grave danno alla sua reputazione. La richiesta iniziale del ricorrente a Facebook Ireland Ltd di identificare il responsabile, accedere ai dati del profilo falso e cancellarlo è stata inizialmente respinta, ricevendo solo istruzioni per scaricare i dati del proprio profilo legittimo attraverso uno strumento poco intuitivo e con informazioni fornite in formato criptico. Il Garante, ritenendo applicabile la legislazione italiana in quanto Facebook Italy s.r.l. opera sul territorio nazionale, ha stabilito il diritto del ricorrente a ottenere tutti i dati che lo riguardano, anche quelli pubblicati in modo fraudolento sui social network. Facebook è stata quindi obbligata a soddisfare tutte le richieste del ricorrente, cessando l’ulteriore trattamento dei dati del profilo falso, pur conservandoli per eventuali necessità probatorie. Questa decisione, un esempio di rigore nella tutela della privacy online, sottolinea l’importanza di una maggiore attenzione nella gestione delle informazioni condivise sul web, poiché prevenire rimane sempre la strategia migliore.
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