Un Incantesimo Rossonero: La Bandiera che Portò Fortuna

In un caldo pomeriggio di settembre, mentre la mia famiglia era al mare, trovai una bandiera a metà rosso fuoco e a metà nero, sgualcita e impolverata. Era il vessillo del Città di Nocera, squadra di serie D. Invece di scartarla, decisi di portarla a casa. Il giorno dopo, 13 settembre 2015, si giocava Città di Nocera-Faiano. Non la portai allo stadio, ma la fissai precariamente con dello scotch al mio balcone. La squadra vinse 1-0. Iniziò così un’incredibile stagione.
Ottobre 2015: un’alluvione devastò la zona, ma la bandiera, esposta agli elementi, resistette miracolosamente. Divenne un simbolo, un portafortuna. Il Città di Nocera dominò il girone d’andata, poi, dopo una sconfitta ed un cambio di allenatore (da Pasquale Esposito a Vincenzo Maiuri), la squadra ripartì con una forza inarrestabile.
Sotto la guida di Maiuri, un tecnico preparato ed appassionato, il team ottenne diciassette vittorie su diciotto partite. L’unica eccezione? Un pareggio interno con il Sorrento, un avversario agguerrito e ben finanziato. La squadra raggiunse un traguardo straordinario: 80 punti su 90 disponibili, un record in Italia per la categoria. Ventisei vittorie su trenta gare: una dimostrazione di forza schiacciante.
E la bandiera? Rimase al balcone per tutte le 29 giornate del campionato, un talismano, un simbolo di una stagione magica. Un incantesimo che non si poteva rompere. Resta lì ancora oggi, un ricordo indelebile di un’epopea rossonera.