Categories: Cultura & Spettacolo

Una Seconda Opportunità: Il Teatro come Redenzione

La Compagnia Stabile Assai, un gruppo teatrale composto da detenuti del carcere romano di Rebibbia, ha presentato la sua ultima opera, “Un amore bandito,” al Teatro Diana di Nocera Inferiore. Lo spettacolo, che narra una storia d’amore ambientata nell’Italia post-unitaria tra due giovani briganti sullo sfondo di personaggi storici come Garibaldi, Papa Pio IX e il generale Borjes, ha lasciato un messaggio potente. “Abbiamo molto da imparare da voi, ma voi altrettanto da noi,” ha affermato Cosimo Rega, ex membro della camorra e attore nella produzione, riassumendo il sentiment reciproco tra gli artisti e il pubblico. La compagnia, fondata nel 1982, annovera tra i suoi membri sia detenuti che ex detenuti, alcuni in regime di semilibertà, altri completamente reinseriti nella società. Tra i partecipanti spicca Rocco Duca, unico agente di polizia penitenziaria in Italia a calcare le scene con i suoi “detenuti,” e la dottoressa Patrizia Spagnoli, co-autrice dello spettacolo con Antonio Turco e terapista teatrale in diversi istituti penitenziari. L’iniziativa è stata patrocinata dal Rotary Club Apudmontem, il cui presidente, Paolo Attianese, ha sottolineato l’obiettivo benefico della serata: raccogliere fondi per la Fondazione Polio Plus nella lotta alla poliomielite. Antonio Turco, fondatore della compagnia e funzionario pedagogico a Rebibbia, ha spiegato la scelta di rappresentare la storia dei briganti ottocenteschi: “Volevamo evidenziare le difficoltà che queste figure storiche condividevano con chi oggi si trova a scontare una pena, sottolineando la comune sfida di reinserimento sociale.” Turco ha inoltre enfatizzato il diritto a una seconda possibilità dopo aver scontato la pena, sostenendo che chi intraprende un percorso riabilitativo in carcere sta già espiando una pena personale oltre a quella giudiziaria. L’impegno della compagnia si estende alle scuole italiane, dove gli attori condividono le proprie esperienze per promuovere la legalità e ispirare un messaggio positivo di miglioramento personale. Giovanni Arcuri, ex narcotrafficante e attore nel film “Cesare deve morire,” ha condiviso la sua esperienza di reintegrazione sociale: “Il teatro, come il cinema, mi ha aiutato a rompere col passato. Oggi vivo appieno questa mia seconda possibilità, nonostante i pregiudizi che purtroppo permangono.”

Redazione

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