Un’Analisi Inaspettata delle Unioni Civili

Concludiamo la riflessione sulle unioni civili, un acceso dibattito che ha accompagnato l’iter legislativo, un’ennesima, secolare contrapposizione ideologica, tanto carica di passionalità da oscurare le conseguenze pratiche e l’impatto concreto di queste nuove norme sulla struttura sociale. L’attenzione è stata deliberatamente focalizzata sulle coppie omosessuali e sull’adozione, celando la posta in gioco reale. Non si tratta degli effetti su una minoranza, o su una frazione ancora più piccola di coloro che desiderano avere figli, bensì delle ripercussioni sulla società nel suo complesso, sui costumi e sugli equilibri di potere. Chi ha realmente trionfato? Una magistrale operazione di depistaggio o semplice ingenuità? Certo non gli omosessuali, che hanno sacrificato la loro diversità, un patrimonio inestimabile, per vantaggi materiali: sicurezza economica, eredità, protezione legale. Ingenuamente, hanno creduto nell’illusione dell’Uguaglianza, finendo assorbiti, omologati, annullati dalla società di massa. Sparita l’originalità, la specificità psicologica e culturale, sono diventati indistinguibili dalla massa. Una conquista epocale? Piuttosto, un’operazione di puro totalitarismo, non quello dispotico che reprime la diversità con la violenza, ma quello “democratico” che assorbe, omologa, integra mediante propaganda e manipolazione mediatica. L’obiettivo è lo stesso: neutralizzare la dissidenza. Né i cattolici hanno ottenuto una vittoria, contrariamente alle affermazioni della sinistra. L’abolizione dell’obbligo di fedeltà matrimoniale, per quanto giusta, ridurrà ulteriormente il numero di matrimoni eterosessuali. Molti opteranno per l’unione civile, più agile, meno impegnativa, priva del peso penale e dell’obbligo di fedeltà. Il risultato? Una diminuzione del controllo esercitato dalla Chiesa e dallo Stato sulla vita privata dei cittadini. Un fatto positivo per un laico come me, ma la portata dell’operazione va compresa: uno spostamento di potere, un passo verso l’anarchia e la dissoluzione dello Stato. Non ha trionfato l’amore, ma il mercato. Gli amori grandi e veri, quelli celebrati dalla storia e dalla letteratura – da Paride ed Elena a Renzo e Lucia – non hanno bisogno del riconoscimento legale. La loro forza risiede nella loro unicità, nella loro capacità di superare ostacoli e avversità. Sono ben lontani dagli effimeri gesti televisivi, che non mi interessano minimamente. Aldo Di Vito

Redazione

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