La battaglia per la gestione pubblica dell’acqua prosegue incessantemente. I comitati cittadini, animati dalla volontà popolare espressa nel referendum del 2011, lottano contro la privatizzazione del servizio idrico, ostacolata da una politica che sembra privilegiare gli interessi delle grandi società multinazionali. Una recente legge regionale, pur dichiarando di sostenere la pubblicizzazione, sembra invece favorire l’opposto, nonostante le rassicurazioni del governatore. Molti sindaci, tra cui quelli di Cava de’ Tirreni, Vietri sul Mare e Nocera Inferiore, mostrano scarso impegno nella transizione a un modello pubblico, seguendo la tendenza prevalente in Campania. Anche i pochi amministratori che in passato si sono opposti alle privatizzazioni si trovano ancora coinvolti in complesse battaglie legali. Intanto, gestori come Gori (Ato 3) e Ausino (Cava, Vietri, Salerno, ecc.) procedono spediti. La collaborazione dei cittadini è però disomogenea: mentre in alcuni comuni, come Cava de’ Tirreni, il monitoraggio dei consumi è relativamente efficiente, in altri, come Nocera Inferiore, la situazione è critica a causa di numerose forniture non censite e della resistenza all’installazione di nuovi contatori. Questa resistenza, comprensibile data la mancanza di trasparenza di Gori, è tuttavia censurabile quando impedisce la corretta rilevazione dei consumi, creando un danno al sistema. Il comportamento scorretto di Gori è altrettanto inaccettabile di quello di coloro che, con comportamenti fraudolenti, pagano importi irrisori per consumi effettivamente superiori. In questo contesto, l’attività dei comitati varia a seconda del territorio. Per i comuni gestiti da Gori, la sfida è ardua: estromettere la società e riportare il servizio idrico sotto il controllo comunale. La nuova legge regionale complica ulteriormente le cose. La situazione è più favorevole nei comuni gestiti da Ausino, grazie a una maggiore trasparenza e a precedenti delibere di Cava e Vietri (2012 e 2015) che prevedono la trasformazione dell’azienda in ente pubblico. I comitati di Cava e Vietri hanno recentemente diffidato i rispettivi sindaci ad attuare tali delibere, coinvolgendo gli altri comuni. Anche a Salerno, i comitati sono attivi, promuovendo incontri e iniziative per sensibilizzare la popolazione e accelerare la transizione a una gestione pubblica dell’acqua, come ribadito di recente in un convegno pubblico.
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