La recente diffusione di una falsa notizia riguardante la morte del Professor Francesco Fasolino, stimato docente e giornalista iscritto all’albo, costituisce un episodio deplorevole che mette in luce gravi carenze nel giornalismo online. Diverse testate digitali, ieri e oggi, hanno dato ampio risalto a questa inesatta informazione, provocando comprensibile sconcerto e disagio nella famiglia, negli amici e nella comunità accademica. Il comunicato stampa dell’Assostampa Campania Valle del Sarno definisce l’accaduto “una brutta pagina di giornalismo”, sottolineando come la notizia infondata si sia rapidamente diffusa sui social media, amplificata poi da alcuni organi di informazione. La velocità con cui la bufala si è propagata, paragonabile a un effetto domino, ha generato incredulità e preoccupazione tra coloro che conoscono il Professor Fasolino, il quale, dopo un iniziale stato di disorientamento, sta fortunatamente bene. Numerose scuse pubbliche sono state formulate alla famiglia per questo grave errore, attribuito a una superficialità imperdonabile. Questo episodio impone una profonda riflessione sull’etica professionale e sulla necessità di una rigorosa verifica delle fonti. La fretta, giustificazione spesso addotta, non può minimamente scusare una tale mancanza di accuratezza. La professione giornalistica, più che mai nell’era digitale, esige un impegno morale, professionale e deontologico alla verità e alla precisione. Il caso Fasolino deve fungere da campanello d’allarme, inducendo tutti i professionisti del settore a un’attenta analisi delle proprie prassi e a un rinnovato impegno per la correttezza informativa. È indispensabile evitare il ripetersi di simili episodi, che minano la credibilità dell’informazione e danneggiano la reputazione di tutti i giornalisti.
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