Una recente decisione della Corte di Cassazione ha stabilito che offrire una piccola somma di denaro a un agente di polizia per evitare una sanzione non configura il reato di corruzione. Il caso riguarda un trentottenne fermato per guida in stato di ebbrezza, che ha offerto 100 euro all’agente per evitare una multa più alta. Condannato in appello, l’uomo ha fatto ricorso, sostenendo che la sua offerta, data la sua condizione di evidente ubriachezza e la modesta somma, non aveva alcuna potenzialità corruttiva. La Cassazione (sentenza n. 1935/2016) ha accolto il ricorso, annullando la condanna. Secondo la Corte, il reato di corruzione richiede una serietà e un’idoneità a compromettere l’integrità dell’agente, elementi mancanti nel caso specifico. La sentenza ha sottolineato che la scarsa serietà dell’offerta e l’insufficienza della somma per influenzare l’agente hanno reso irrilevante penalmente l’accaduto. Tuttavia, la sentenza solleva interrogativi sulla difficoltà di definire una soglia minima per configurare il reato, evidenziando la necessità di parametri più chiari per evitare decisioni giudiziarie eccessivamente discrezionali.
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