Il Carnevale Nocera: un banchetto di sapori tradizionali

In un precedente articolo abbiamo esplorato le usanze culinarie di Nocera. In occasione del Carnevale, ripercorriamo i piatti tipici che caratterizzano questa festività, seguendo l’antica tradizione. Come sosteneva Goethe, il Carnevale non era semplicemente una festa concessa al popolo, bensì una celebrazione autogestita, un momento di sovversione sociale in cui gerarchie e ruoli si capovolgevano. Nei secoli IX e X, questi giorni erano noti come “giorni dei folli”. In tutta l’area mediterranea, gli eccessi carnevaleschi si manifestavano soprattutto nella gastronomia, spesso coincidenti con la tradizionale macellazione del maiale, dando luogo a un vero e proprio tripudio di prelibatezze a base di carne suina. I carri allegorici dell’Abbondanza, simboli di questa festa, erano addobbati con cibi come ornamenti, enfatizzando l’aspetto culinario della celebrazione. La lasagna, regina indiscussa della tavola carnevalesca, si presenta in infinite varianti, ma la ricetta classica, con le sue sfoglie condite con ragù, uova sode, polpette fritte, ricotta, mozzarella e salame, rimane la preferita. A seguire, le saporite polpette: un impasto di carne bovina macinata, pane raffermo ammollato nel latte, uova, grana padano, sale e pepe, fritte in olio bollente e poi arricchite da un gustoso sugo. Tra le consuetudini gastronomiche del Carnevale, ancora oggi diffuse in molte regioni italiane, spicca la preparazione di dolci fritti, semplici nel procedimento ma ricchi di sapore, decorati con miele o zucchero a velo. Le chiacchiere (note anche come bugie, cenci, frappe, crostoli, galani, intrigoni, lattughe, sfrappole, a seconda della regione), dominano le tavole, spesso accompagnate dal sanguinaccio, un tempo preparato con sangue di maiale, oggi una crema al cioccolato più o meno densa. Infine, le castagnole, deliziose sfere fritte, preparate con uova, zucchero, farina e burro e cosparse di zucchero a velo, concludono in bellezza il ricco pasto. Buon appetito!