Annullamento multe parcheggio a pagamento: guida ai ricorsi

Annullamento multe parcheggio a pagamento: guida ai ricorsi

Le aree urbane italiane sono disseminate di parcheggi a pagamento, spesso fonte di controversie per gli automobilisti sanzionati. Il codice della strada, pur prevedendo multe per la mancata riscossione del ticket, presenta aspetti poco chiari, aprendo la strada a ricorsi efficaci. Un elemento cruciale è l’articolo 7, comma 8, del codice della strada, interpretato dalla Corte di Cassazione (ordinanza n. 18575/2014). Questa sentenza stabilisce che l’amministrazione comunale non può applicare sanzioni per il mancato pagamento se non garantisce un’area di sosta gratuita adeguata. Tuttavia, questa regola non vale per zone pedonali, aree a traffico limitato o siti di pregio storico-ambientale. In questi casi, il comune deve dimostrare, tramite apposite delibere, l’esenzione dall’obbligo di parcheggi gratuiti; l’onere della prova spetta all’ente pubblico in caso di contenzioso. Un’altra questione controversa riguarda le multe per superamento del tempo di sosta pagato. Sebbene inizialmente il Ministero dei Trasporti avesse considerato tale infrazione un inadempimento contrattuale, non una violazione del codice, una successiva nota del 2015 ha chiarito che la sanzione è legittima se regolamentata da apposito provvedimento comunale che definisca tariffe, fasce orarie e tipologie di veicoli. Pertanto, un ricorso ha successo solo in caso di sosta non regolamentata o tariffata a tempo indeterminato. Una revisione del quadro normativo, in linea con le nuove tecnologie di pagamento digitale, migliorerebbe la chiarezza per i cittadini ed eviterebbe che le sanzioni diventino una forma di imposizione fiscale indiretta.