L’atmosfera natalizia si avvicina, e il nostro caro amico poeta, Nino Ranucci, ci offre un’anticipazione, intrisa dei profumi e dei sapori delle festività di un tempo. Questa poesia è un dono per i nostri lettori; ricordiamo che chi desidera condividere le proprie composizioni poetiche può contattarci via email o telefono: pubblicheremo con piacere le vostre opere. Dicembre avanza impetuoso come il vento, e l’avvento del Natale è nell’aria. Si sente il pesce che guizza sulla lama del coltello, destinato a cuocere sulla brace. Le strade sono illuminate, e la gente si muove affaccendata, intenta negli acquisti per i festeggiamenti. La nonna soffia sul fuoco per ravvivarlo, mentre il nonno cerca e tira fuori il buon vino. La tavola è già apparecchiata, con le stoviglie e la tovaglia ricamata. Fuori è buio, la sera è calata, si attende solo la mamma con la zuppiera. Ora le strade sono silenziose, e da lontano giunge il suono dolce delle campane. Stranamente, una malinconia mi pervade l’anima… oh, Madonna mia! Poi, all’improvviso, la mamma annuncia: “È pronto!”, e la nonna si segna la fronte. Fumano gli spaghetti nella zuppiera, ma la cena non inizia prima della preghiera. “Madre Celeste, Vergine Santa, tu che a quest’ora cammini ancora, tu che per un Re hai trovato rifugio in una grotta, concedimi una grazia, proteggici in questa notte. E come cresce la tua luce, fa crescere anche la mia, concedimi questa grazia, così sia.” Antonio Ranucci
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