La scuola nell’era digitale: un cambiamento di metodo

La scuola nell’era digitale: un cambiamento di metodo

La mia vicepreside, in questo suo primo editoriale, affronta un tema cruciale: l’evoluzione della scuola. La riforma della “buona scuola”, oggetto di ampi dibattiti e discussioni, è ancora in corso, e solo tra breve conosceremo l’esito finale. Tuttavia, al di là delle sorti legislative della legge 107/2015, è fondamentale concentrarsi sulla realtà quotidiana dell’istruzione, sia quella attuale che quella precedente. La maggior parte dei docenti si impegna quotidianamente non solo a trasmettere nozioni, ma a costruire conoscenza. Ho avuto modo di incontrare molti insegnanti, sia online che in occasione di eventi come il “Meeting Docenti Virtuali”, gli “Smart Technology Days” a Napoli, il “Global Junior Challenge” e numerosi corsi di formazione. Queste esperienze mettono in luce una “buona scuola” che nasce dal basso, dal lavoro appassionato di professionisti altamente qualificati, che dedicano la propria formazione al miglioramento dell’istruzione. Ho ascoltato storie di docenti che, nonostante le difficoltà economiche, hanno investito tempo e risorse personali per partecipare a questi eventi di confronto e arricchimento professionale, condividendo metodologie e competenze. L’educazione si è trasformata. Nell’era digitale, il rinnovamento pedagogico non riguarda solo gli spazi fisici, ma anche e soprattutto la creazione di una piattaforma per lo sviluppo delle competenze. Gli obiettivi rimangono invariati: sviluppare le competenze degli studenti, garantire apprendimenti significativi, ottenere risultati positivi e preparare gli allievi a essere cittadini e professionisti attivi. Ciò che è cambiato è il *metodo*. L’innovazione metodologica è essenziale per aiutare i giovani a sviluppare flessibilità mentale, competenze trasversali e la capacità di essere protagonisti del proprio futuro, evitando di rimanere spettatori passivi. Annamaria Bove