Un Messaggio di Speranza ai Defunti dal Vescovo Giudice

In occasione della commemorazione dei defunti, il vescovo Giuseppe Giudice della diocesi di Nocera Inferiore e Sarno ha rivolto un messaggio di conforto ai fedeli, pubblicato sia sulla rivista diocesana che tramite comunicato stampa. Il presule presiederà, inoltre, due solenni messe: la prima alle 11 a Sarno e la seconda alle 16 a Nocera Inferiore, entrambe all’interno dei rispettivi cimiteri. Nel suo messaggio, mons. Giudice si rivolge idealmente ai defunti, riflettendo sulla persistenza del legame tra vivi e morti. Scrive il vescovo: “In questo periodo di commemorazione, dialogare con voi non è semplice, ma rappresenta un’esperienza salutare per tutti noi, un promemoria che il nostro dialogo continua, anche oltre la morte. Da quando ci avete lasciati, il nostro colloquio, pur trasformato, non si è mai interrotto. Dove risiedete? Nelle nostre memorie, nei nostri cuori, o in un aldilà? Innanzi tutto, voi siete ancora presenti nelle nostre case, circondati dagli oggetti e dai ricordi che parlano di voi, parte integrante delle nostre vite.” Il vescovo prosegue, descrivendo il dialogo con i defunti come un scambio di amore, una riflessione sulla vita e sul dolore, affinché quest’ultimo non ci consumi. Egli incoraggia a mantenere un dialogo aperto, sincero e affettuoso con coloro che ci hanno preceduto, certi che, nella fede, troveremo conforto e pace. Concludendo, il vescovo usa una toccante metafora dell’emigrazione, paragonando il distacco dalla morte alla partenza di una nave: un addio intriso di lacrime, che si trasforma in un’accoglienza gioiosa all’arrivo a destinazione, un simbolo di speranza e di incontro finale. La presenza dei cari estinti, afferma, è un sostegno continuo, una promessa di comunione che trascende il tempo e lo spazio. Un dialogo permeato da domande, da dubbi, da lacrime, che culmina in un silenzio sereno, in una quieta compagnia. Infatti, prosegue il messaggio, i defunti non ci hanno abbandonati, ma ci hanno preceduto in un viaggio, attendendo il nostro incontro finale, oltre la soglia della vita terrena.