In diversi Paesi del Nord Europa, l’assistenza sessuale per persone con disabilità è una realtà consolidata, con professionisti qualificati che offrono servizi a circa 90 euro a seduta. Questa pratica, ben distinta dalla prostituzione legale, è stata oggetto di un seminario a Fisciano (Salerno) il 20 ottobre, intitolato “L’assistente sessuale: un intervento a supporto delle persone con disabilità”, organizzato dall’Università di Salerno, Sodalis Csvs e l’associazione “Genitori della nostra Famiglia”. Intervenuti esperti come il sessuologo Fabrizio Quattrini (presidente dell’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica) e Massimiliano Ulivieri (presidente del comitato LoveGiver), che promuove l’assistenza sessuale per disabili (www.lovegiver.it) e raccoglie testimonianze dirette a sostegno della causa. Il sito presenta numerose lettere di persone con disabilità o dei loro familiari, che sottolineano l’importanza di questo servizio. In Germania, ad esempio, questa professione è ben affermata, con operatori di entrambi i sessi che, dopo un apposito percorso formativo, offrono un supporto che include anche aspetti sessuali. In Italia, nonostante l’esistenza di un disegno di legge, la situazione rimane immutata, generando un dibattito complesso. La questione non sembra dipendere da fattori religiosi o etici, ma piuttosto da riflessioni di natura morale. La significativa domanda di assistenza sessuale, secondo Ulivieri, impone una riflessione seria. Tutti dovrebbero avere il diritto di esprimere la propria sessualità, e nel caso in cui ciò risulti impossibile, tale diritto dovrebbe essere in qualche modo garantito. Tuttavia, rimangono interrogativi importanti: quale tipo di relazione si instaura tra paziente e operatore? Quali sono le dinamiche di transfert? È necessaria un’integrazione con la psicoterapia? Come garantire una selezione accurata e rigorosa degli operatori? Attualmente, in Italia, la mancanza di servizi legali espone le persone con disabilità al rischio di ricorrere alla prostituzione, con i conseguenti pericoli. La delicatezza del tema rende ancora più urgente la necessità di un dibattito aperto e costruttivo.
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