Il viaggio di Alban Hila: da rifugiato albanese a educatore italiano

Il viaggio di Alban Hila: da rifugiato albanese a educatore italiano

Alban Hila, arrivato in Italia nel 1998 all’età di sedici anni su una precaria imbarcazione, condivide la sua esperienza di immigrato irregolare. La sua giovinezza è stata segnata dalla precarietà e dalla mancanza di diritti fondamentali, un’esperienza che lo ha privato della possibilità di interagire liberamente col mondo. Ricorda la vita nei centri di accoglienza come una routine alienante, priva di opportunità di crescita personale o accesso all’istruzione. Dopo un percorso difficile, Alban ha conseguito una laurea a Napoli e ora lavora come educatore sociale nei quartieri più svantaggiati della città, dimostrando una notevole resilienza. La sua famiglia, pur restando in Albania, gli ha fornito un supporto emotivo costante durante questo periodo. La decisione di lasciare l’Albania nel 1998 fu dettata dalle difficili condizioni socio-economiche del paese, caratterizzate da una crisi finanziaria che aveva portato al tracollo economico di molte famiglie e a una situazione di instabilità politica simile a una guerra civile. Il suo ricordo dell’Italia prima dell’arrivo era basato su racconti di connazionali e immagini televisive, un quadro che, pur lontano dalla realtà, offriva una prospettiva migliore rispetto alla sua situazione. L’impatto con la realtà italiana fu drammatico; la clandestinità lo costrinse a vivere nell’ombra, a lavorare in condizioni disagiate e a subire sfruttamento. Oggi, la situazione è cambiata. L’Albania sta vivendo un periodo di crescita economica, grazie a investimenti mirati, soprattutto nel settore energetico, migliorando le condizioni di vita della popolazione e riducendo l’esodo migratorio. Secondo Alban, però, l’eliminazione del fenomeno migratorio non dipende solo da fattori economici, ma richiede anche la cessazione di conflitti e guerre, suggerendo una complessità ben più ampia del semplice sviluppo economico.