Latticini: tre motivi per riconsiderarne il consumo

Il consumo di prodotti lattiero-caseari è diffuso nella cultura occidentale, ma le sue implicazioni sulla salute sono spesso trascurate. Gli esseri umani sono unici nel regno animale per l’abitudine di consumare latte di altre specie, un comportamento innaturale. Il latte bovino, ad esempio, è nutrimento ideale per i vitelli, così come il latte materno lo è per i neonati umani; alterare questo equilibrio naturale può avere conseguenze negative. Molti consumatori di latte vaccino soffrono di intolleranza al lattosio, a causa della mancanza dell’enzima lattasi, essenziale per la digestione dello zucchero del latte. Come affermato da figure autorevoli nel campo della pediatria, dopo i due anni di vita l’alimentazione a base di latte materno dovrebbe essere sostituita da altre fonti. L’assorbimento di calcio dal latte vaccino è inefficiente nell’organismo umano. La convinzione che i latticini siano fondamentali per la salute ossea è un mito, in quanto il consumo eccessivo di calcio, presente in formaggio, yogurt, dolci e altri prodotti, porta a un ridotto assorbimento di magnesio. Il magnesio regola gli ormoni chiave per la salute ossea; pertanto, un eccesso di calcio può indebolire le ossa, incrementare il colesterolo, aumentare il rischio di carie, artrite e calcoli renali. Ottenere il calcio da fonti vegetali come verdure a foglia verde, legumi, agrumi, tofu, mandorle, alghe e semi oleosi è un’alternativa più salutare. Le proteine del latte, in particolare la caseina, sono considerate dalla comunità scientifica potenziali fattori di rischio oncogeno. La pastorizzazione, processo industriale necessario per la conservazione, altera la struttura della caseina, causando una maggiore permeabilità intestinale. Ciò predispone a patologie autoimmuni e infiammatorie e aumenta la produzione di muco nel corpo.