Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di una fedele, profondamente turbata dal trasferimento di Don Ciro Galise ad Angri. La missiva esprime la perplessità di un’intera comunità di fronte a questa decisione, chiedendo a gran voce una spiegazione. L’autrice evidenzia lo sgomento di quanti hanno beneficiato dell’eccezionale operatività e impegno pastorale di Don Galise, improvvisamente privi del loro guida spirituale. Al di là di ogni polemica, emerge la difficoltà a comprendere le motivazioni di tale trasferimento, sia dal punto di vista pratico che da quello teologico e sociologico. Non si tratta, a quanto pare, di un caso isolato, poiché altri sacerdoti della diocesi hanno subito lo stesso destino. La lettera sottolinea l’impatto particolarmente significativo del lavoro di Don Galise, in particolare la creazione di centri di accoglienza sociale, come il “Buon Samaritano”, luoghi vitali per molti giovani che trovano conforto e speranza lontano dalla dura realtà della strada. Questi progetti, frutto di una collaborazione straordinaria tra volontari provenienti da diversi ambiti (laici, professionisti, imprenditori, studenti), rappresentano un esempio concreto di carità cristiana, animati dalla dedizione e dalla capacità di Don Galise di coinvolgere e ispirare le persone. L’autrice, pur evitando giudizi affrettati, sollecita una risposta chiara e trasparente alle numerose domande che sorgono dalle comunità coinvolte, temendo che la scomparsa di Don Galise possa compromettere il futuro di importanti iniziative sociali. Federica Fortino
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