Carla D’Alessandro ci regala la struggente e delicata storia di Angelica. Le donne, prima ancora di sognare l’amore, amano i sogni del cuore, investendo la propria vita nell’ideale di un’intensa passione. Angelica, nel fiore dei suoi vent’anni, possedeva una bellezza eterea: pelle candida, occhi luminosi e una figura aggraziata. L’amore bussò alla sua porta sotto le spoglie di un uomo affascinante, dai baffi sensuali e occhi azzurri penetranti, un gigante gentile tutto vestito di bianco. Angelica si sentì immediatamente rapita, persa in quel mare di occhi azzurri, un amore vissuto inizialmente solo nei suoi sogni più ardenti. Ogni incontro era un’esperienza incantevole, un susseguirsi di sguardi eloquenti e parole inespresse. L’amore sbocciò in un ballo lento, sotto i riflettori di una sala quasi vuota, suggellato da una timida richiesta di fidanzamento. La fredda notte invernale parve svanire sotto la magia del momento. Mano nella mano, si lasciarono incantare dalla bellezza del cielo stellato, formulando desideri alle stelle cadenti. Ma la felicità fu effimera. I genitori di Angelica si opposero alla relazione, alimentando pregiudizi nei confronti di questo giovane “forestiere”. L’amore, così intensamente desiderato, fu stroncato sul nascere. La mancanza di coraggio, o forse l’immaturità del sentimento, impedì loro di combattere per la propria unione. Angelica, rimasta sola, trascorse sette anni nell’attesa vana, conservando intatta la sua purezza e la fedeltà al suo sogno d’amore. La presenza del suo ex ragazzo, ora felice con altre ragazze, non scalfì la sua devozione. Angelica, troppo legata alla famiglia, non trovò la forza di ribellarsi, coltivando una silente speranza. Il tempo, però, scorse implacabile. Nessun altro uomo riuscì a occupare il posto del suo primo amore, un amore platonico rimasto impresso nel suo cuore. Anni dopo, Angelica incontrò un uomo diverso, enigmatico, dagli occhi verdi. Esitante, ma desiderosa ancora di un amore assoluto, si lasciò coinvolgere, sperando di trasformare l’amicizia in qualcosa di più profondo. Il loro matrimonio fu una commistione di amicizia e complicità, ma l’amore, quello con la “A” maiuscola, rimase un desiderio irrealizzato nel profondo del suo cuore. Anche con i capelli bianchi, Angelica conservava la giovinezza del suo animo, sognando ancora un uomo che la amasse in ogni sfaccettatura. I decenni trascorsi non spegnerono la sua speranza, il suo desiderio di un amore totale. Una sera di giugno, immersa in un campo di grano sotto il sole caldo, Angelica danzò una taranta impetuosa, una celebrazione della vita e dei suoi sogni. Con i capelli bianchi che ondeggiavano al vento, danzava per la giovinezza del suo cuore, senza badare al futuro, con lo sguardo rivolto agli occhi azzurri del primo amore e a quelli verdi del suo compagno, che, a sua volta, la vedeva come una semplice “amica”. Angelica danzava e sognava, il suo cuore felice e il suo sogno irrealizzato ancora vivo, tra gli occhi azzurri e verdi dei suoi amori. Carla D’Alessandro
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