Domenica 12 luglio, alle 18:00, presso la sede di .Lab in via Castaldo 29 a Nocera Inferiore, si terrà un evento inaugurale di una serie di iniziative dedicate al tema cruciale dell’immigrazione. L’associazione .Lab, guidata da Alessandro Picca, intende promuovere l’integrazione sociale attraverso la conoscenza reciproca tra le diverse comunità presenti sul territorio. Questo primo incontro si focalizzerà sulla comunità capoverdiana, offrendo un’opportunità di dialogo, condivisione di esperienze e scambio culturale. La serata includerà la condivisione di narrazioni personali, l’esplorazione di problematiche specifiche, un assaggio della gastronomia capoverdiana e momenti musicali, culminando in un’esperienza di fusione culturale. L’obiettivo è promuovere l’unione nella diversità come pilastro fondamentale della lotta per la giustizia sociale e politica.
La scelta di affrontare il tema dell’immigrazione nasce dall’urgenza di un’analisi approfondita di una realtà oggi al centro del dibattito pubblico e politico. È evidente una profonda disuguaglianza: una ristretta élite di imprenditori, banchieri e politici prospera sulla crisi economica, mentre la stragrande maggioranza della popolazione ne subisce le conseguenze. I flussi migratori sono il risultato di dinamiche complesse, profondamente legate allo sfruttamento imperialista. Le potenze imperialiste, per evitare la saturazione dei mercati, esportano capitali e devastano intere popolazioni, sfruttandone le risorse e sopprimendo la loro autodeterminazione. La recente aggressione alla Libia da parte delle forze NATO e UE ne è un esempio lampante.
Il migrante, soprattutto quello irregolare, diventa una pedina fondamentale nel sistema imperialista contemporaneo, analogo al ruolo dell’operaio nel capitalismo del XX secolo. Il conflitto tra capitale e lavoro si concentra sulla figura del migrante, e in particolare su quella del migrante irregolare. Quest’ultimo, privo di tutele, è costretto a vendere la propria forza lavoro a prezzi irrisori o, in mancanza di necessità di manodopera, costituisce una riserva di forza lavoro che funge da deterrente per i lavoratori locali. Questo meccanismo permette allo sfruttatore di imporre condizioni di lavoro disumane o di ricorrere allo sfruttamento dei migranti regolarmente assunti. Inoltre, la politica razzista funge da strumento per distrarre la popolazione dai veri conflitti di interesse, occultando la lotta di classe dietro la contrapposizione tra “Italiani” e “migranti”. È cruciale, quindi, promuovere l’unità tra lavoratori, disoccupati, studenti e immigrati per contrastare efficacemente lo sfruttamento e l’ingiustizia sociale. Solo attraverso l’unione si può sconfiggere la strategia del “divide et impera” e raggiungere la giustizia sociale.
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