La scomparsa del custode del Battistero di Nocera Superiore

Luigi Ronca, 56 anni, si è spento dopo una lunga malattia. Conosciuto da tutti come il custode del Battistero di Santa Maria Maggiore, Ronca rappresentava l’ultimo anello di una lunga catena familiare di “guardiani della Rotonda”, iniziata nel 1860. La sua vita è stata segnata dalla mancata formalizzazione del suo ruolo, un’aspirazione che ha perseguito invano per decenni, aggravando, probabilmente, la sua condizione di salute. La sua storia, singolare e degna di nota, inizia quasi quarant’anni fa, quando divenne il custode non ufficiale del prezioso monumento paleocristiano. La tradizione familiare di custodia, tramandata di generazione in generazione, perlopiù femminile, risale a Maria Antonietta Della Monica, trisavola di Luigi, che intorno al 1860 ottenne le chiavi del Battistero, le cui circostanze rimangono oscure. Intorno al 1890, la famiglia si stabilì nella casa attigua al monumento, le cui origini e modalità di acquisizione sono ormai avvolte nel mistero. Maria Antonietta e suo marito divennero così i custodi del tempio e dell’annessa congrega di Santa Caterina, antica struttura medievale che ospitava i pellegrini, intrattenendo i visitatori con aneddoti e leggende locali. La successione proseguì con la nonna di Luigi, Maria Pepe, la quale, nel 1929, ricevette dal Ministero della Cultura un decreto che ufficializzava la sua posizione e le garantiva una modesta retribuzione. Successivamente, Antonetta Sellitto, madre di Luigi, ereditò il compito, continuando la tradizione familiare. Luigi, infine, subentrò alla madre nel 1978, dedicando la sua vita alla cura del Battistero e lottando per il riconoscimento ufficiale del suo ruolo, mai ottenuto in vita. La sua scomparsa solleva interrogativi sulla responsabilità collettiva nei confronti di chi, per generazioni, ha custodito un patrimonio inestimabile. La recente scomparsa del suo gatto Balotelli, ormai divenuto una piccola attrazione turistica, potrebbe quasi apparire come un presagio.