Ricordo di Arcangelo Meoli: un’eredità di leadership e umanità

Ricordo di Arcangelo Meoli: un’eredità di leadership e umanità

La scomparsa di Arcangelo Meoli, avvenuta presso l’ospedale di Avellino dopo una lunga malattia, ha lasciato un vuoto incolmabile nei cuori di familiari e amici. I funerali, celebrati nella chiesa di Santa Maria del Presepe a Nocera Inferiore, hanno riunito coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e apprezzarlo. La moglie Giovanna Cocchiarone, i figli Carlo, Alberto e Italo, e innumerevoli persone a lui care, piangono la perdita di un uomo eccezionale. Originario di Avellino, Meoli ha dedicato gran parte della sua vita al mondo bancario, costruendosi una brillante carriera. Iniziò al Banco di Napoli, dove scalò i vertici, ricoprendo importanti incarichi a Milano e Reggio Calabria. Successivamente, chiamato dal compianto Attilio De Pascale, divenne direttore generale della banca Gatto & Porpora. Durante gli anni ’70, in un panorama bancario in continua evoluzione, Meoli guidò la Gatto & Porpora, insieme a De Pascale e al suo team, verso un futuro meno incerto, fino all’incorporazione nella Banca Nazionale dell’Agricoltura, dopo aver gestito con abilità le trattative anche con altri importanti istituti, come il Monte dei Paschi di Siena. Anche dopo l’acquisizione da parte della BNA, Meoli mantenne il ruolo di condirettore generale, ritirandosi solo dopo la definitiva fusione. L’energia e l’esperienza di “don Arcangelo” lo portarono ad accettare altre prestigiose posizioni, culminando con il ruolo di direttore generale del gruppo Malzoni di Avellino, dove ha concluso la sua carriera e la sua vita. Chi lo ha conosciuto ricorda non solo le sue straordinarie capacità manageriali, ma soprattutto la sua profonda umanità, un aspetto forse meno evidente in passato, ma che ha mostrato con commovente intensità, come nell’incontro con ex colleghi della BGP, dove l’emozione lo sopraffece. Numerosi ex dipendenti della Gatto & Porpora hanno partecipato al rito funebre, a testimonianza del rispetto e dell’affetto che nutrivano per lui.