Un encomiabile impegno di un gruppo di giovani di Nocera Inferiore merita attenzione. Invece di dedicarsi ai soliti svaghi giovanili, hanno scelto di dedicarsi alla salvaguardia del Castello e del Parco Fienga, creando l’associazione “Ridiamo vita al Castello”, che definiscono giustamente un complesso archeologico simbolo della città. Il loro obiettivo è la preservazione di questo patrimonio storico, contrastando degrado, abbandono e atti vandalici tramite pulizia dei sentieri e delle rampe. Questo impegno merita sostegno e collaborazione. Il Parco e il Castello, infatti, hanno conosciuto un periodo di grande splendore durante l’amministrazione Di Vito, dopo un precedente periodo di interesse da parte di Antonio Guerritore. Il Castello e il Parco rappresentano luoghi di memoria storica cittadina, ricchi di fascino medievale. Ricordi d’infanzia, leggende locali e la storia stessa di questi luoghi, edificati inizialmente dai Longobardi come presidio militare, poi ristrutturati in epoche successive, ne fanno un bene prezioso da tutelare. La torre centrale, nucleo difensivo risalente al XIII secolo (forse Svevo-Angioina), vide rifugio anche in Giovanna II d’Angiò. Dal principio del XX secolo, la collina e il Castello appartenevano alla famiglia Fienga, simbolo di ricchezza cittadina, prima del loro fallimento negli anni ’60-’70. Il Comune, per impedire che questo patrimonio storico e ambientale cadesse in mano alla speculazione, ne acquisì la proprietà durante l’amministrazione Barbarulo, in seguito a decisioni già prese dall’amministrazione Guerritore. In passato, il Castello, dopo i lavori di restauro, ospitò eventi culturali di prestigio, attirando artisti di fama nazionale ed internazionale e diventando luogo di ritrovo per i cittadini. Oggi, però, lo stato di degrado è allarmante: discariche abusive, ruderi a rischio crollo e vegetazione infestante. L’amministrazione comunale, proprietaria e custode, ha l’urgente responsabilità di definire un piano di gestione, garantendo innanzitutto la messa in sicurezza delle strutture più fragili e collaborando con l’associazione dei giovani. È imperativo agire tempestivamente. Aldo Di Vito [email protected]
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