Due Vite, un Destino: La Storia di Giuseppe Petti e Vincenzo Salzano

Due Vite, un Destino: La Storia di Giuseppe Petti e Vincenzo Salzano

Un tragico evento ha legato indissolubilmente due giovani concittadini di Nocera Superiore: l’8 marzo. Uno spirò a causa di una malattia improvvisa, l’altro in un incidente stradale. Le loro vite, apparentemente inconciliabili, condivisero in realtà un’incredibile similarità. Giuseppe Petti, trentaduenne, figlio di stimati professionisti, aveva intrapreso studi giuridici alla Luiss di Roma, per poi lavorare come consulente finanziario a Milano. Vincenzo Salzano, ventiseienne, era l’esempio del “figlio del popolo”, legato alla sua città e alla squadra locale, la Nocerina, quale membro attivo del gruppo tifosi “Brothers”, lavorando nell’officina di famiglia. Uno riservato, l’altro estroverso; uno ambizioso e metodico, l’altro spontaneo e passionale. Eppure, al di là delle differenze, “Peppe” ed “Enzo” condividevano un profondo senso di amicizia, una genuina allegria e un’incredibile lealtà. Erano uomini dal cuore d’oro, sempre pronti ad aiutare gli altri, capaci di un sorriso sincero nonostante le difficoltà. Un destino crudele, però, ha segnato un punto in comune nelle loro vite: la data dell’8 marzo. Nel 2009, Enzo soccombette a una fulminante meningite, dopo un ricovero presso gli ospedali di Nocera Inferiore e Mercogliano. Domenica scorsa, invece, Giuseppe perse la vita in un incidente stradale a Milano. Entrambi hanno lasciato un vuoto incolmabile nei cuori di chi li conosceva. Amici e conoscenti ricordano Enzo come un ragazzo impulsivo ma dal cuore d’oro, un gigante buono sempre pronto a difendere i più deboli, un amico leale e generoso. La passione per la Nocerina, testimoniata anche dall’online nickname “Salzao Meravigliao”, legò Enzo a molti, come Ivano Giordano, con cui condivise una fraterna amicizia nata dalla passione per la squadra rossonera. Vincenzo Ventura ricorda la sua disponibilità, addirittura disposto a guidare per 22 ore per seguire le trasferte, la capacità di coinvolgere tutti con canti e balli tradizionali, nascondendo sotto un’apparente scorza dura un animo generoso, tanto da portare sempre con sé un portafoglio pieno di biglietti da visita degli amici, per indirizzare loro potenziali clienti. Anche oggi, sul cavalcavia di via Astuti a Nocera Inferiore, compaiono striscioni in suo ricordo; una sede di volontariato a Nocera Superiore porta il suo nome. Giuseppe, al contrario, era aperto ed espansivo, amato da tutti, anche al nord, dove aveva creato una fitta rete di amicizie internazionali. Il recente lutto rende difficile raccogliere testimonianze, ma affiora il ritratto di un giovane amante della vita, dei viaggi, dello sport, delle donne, un uomo che sapeva cogliere la gioia in ogni momento. “Peppe viveva ogni istante con entusiasmo”, confida un’amica, “Amava il suo lavoro, la vita; non era spericolato, la sua ‘droga’ erano le ragazze. La sua disponibilità e la sua positività erano rare e preziose”. Due storie, due vite, una data che segna indelebilmente il ricordo di due giovani uomini, simbolo di amicizia, generosità e amore per la vita.