Successo strepitoso per il debutto di “Mediterraneo” di Andrea Manzi

Al “Teatro A” di Mercato San Severino, sotto la guida registica di Pasquale De Cristofaro, è andata in scena la nuova creazione dell’acclamato giornalista di Maria Barbagallo, un’opera che ha lasciato il pubblico profondamente colpito. Chi, abituato alle convenzioni teatrali classiche, ha assistito alla rappresentazione di “Mediterraneo” di Andrea Manzi, un progetto di teatro-danza prodotto dall’Associazione Campania Danza in collaborazione con il Liceo Coreutico Statale “Alfano I” di Salerno, ha vissuto un’esperienza intensa e fuori dagli schemi. Come spettatrice, e pur non essendo una critica teatrale, sento il bisogno di condividere la mia personale reazione. Per me, originaria di Catania, il tema dell’immigrazione e dell’integrazione tra culture europea e islamica è un argomento familiare, superato da tempo: nella mia città, le associazioni italo-arabe esistevano ben prima dell’arrivo dei venditori ambulanti sulle coste campane. Tuttavia, la forza espressiva di “Mediterraneo” mi ha profondamente emozionata. Le musiche dal vivo di Paolo Cimmino, ispirate alla tradizione islamica (eccetto l’ultima, che accompagna la videoanimazione di Enzo Lauria), hanno contribuito in maniera significativa a creare un’atmosfera potente. Il dramma del “viaggio della speranza”, la rappresentazione degli ammassati corpi spaventati dalla furia del mare, la costante minaccia di morte che incombe sui migranti stipati su imbarcazioni precarie, tutto è reso con una tale intensità da coinvolgere profondamente lo spettatore. Anche i momenti di silenzio, di durata indefinita (dieci secondi, trenta, un minuto?), comunicano un dolore profondo e straziante, in particolare nella scena che raffigura la morte di un giovane migrante, interpretata da un ballerino di grande talento. L’opera di Manzi si conclude come inizia, suggerendo, con amara efficacia, la tragica continuità del dramma, destinato a ripetersi con ogni nuova partenza.