La protesta per l’acqua pubblica: un’ondata di indignazione in Campania

La massiccia manifestazione del 17 gennaio a Napoli, con oltre cinquemila partecipanti provenienti da 76 comuni dell’Agro Nocerino Sarnese e Vesuviano, ha ribadito con forza la richiesta di restituire la gestione dell’acqua alle amministrazioni locali, sottraendola alla Gori. Questa mobilitazione, a differenza di precedenti iniziative, ha visto la partecipazione ufficiale di trenta comuni, rappresentati dai loro sindaci e gonfaloni, evidenziando l’assenza vergognosa degli altri. La presenza di comuni che hanno resistito alle pressioni della Gori, della magistratura e della politica regionale, come Roccapiemonte, è stata particolarmente apprezzata. In particolare, la partecipazione del sindaco Torquato di Nocera Inferiore, con il supporto di un autobus messo a disposizione per la manifestazione, è stata accolta con favore dai cittadini nocerini, dopo anni di inerzia da parte dell’amministrazione precedente. La vicenda Gori espone una grave falla nella politica campana, trasversale a ogni schieramento, che ignora la volontà popolare, espressa chiaramente nel referendum del 2011, e che considera i cittadini sudditi passivi anziché titolari di diritti. La questione non è una semplice contrapposizione tra pubblico e privato, ma una violazione del responso referendario che chiedeva l’esclusione dell’acqua dal mercato. Le amministrazioni comunali, fino a oggi, non hanno brillato nella difesa dei cittadini, a differenza dei comitati spontanei che hanno portato avanti una battaglia finalmente riconosciuta dalla stessa politica locale. L’esasperazione dei cittadini è alimentata dalle esose bollette di Gori, con costi irragionevoli e ricalcoli retroattivi per coprire inefficienze e spese eccessive, dovute anche a un organico sovradimensionato (oltre 600 dipendenti) e a compensi elevati per dirigenti e consulenti. La manifestazione ha culminato in una richiesta di confronto con il presidente Caldoro e l’assessore Romano per annullare una bozza di legge che rafforza il potere della Gori. Purtroppo, tale richiesta è rimasta inascoltata. Nonostante lo scarso ottimismo circa un’inversione di tendenza da parte della Regione Campania, la partecipazione di oltre trenta sindaci dovrebbe indurre a una riflessione. Si auspica che i primi cittadini chiedano un incontro con Caldoro per ribadire la ferma volontà di rimuovere la Gori. Da segnalare, infine, l’importante contributo di padre Alessandro Zanotelli e di altri relatori.