Caro Gigi, ho subito un intervento chirurgico, di gravità intermedia, la cui sede preferisco mantenere privata, per rispetto della mia privacy; basti dire che si tratta di una zona che considero tra le più preziose del corpo maschile. Immagino che, da giornalista, la tua prima reazione sia un distaccato “Chi se ne importa?”, ma ti assicuro che cambierai idea dopo aver letto il seguito. L’intervento si è svolto presso l’ospedale di Pagani – e sottolineo, “ospedale”, come si diceva un tempo e come dice la gente comune, non usando termini tecnici e burocratici tipici di comunicati istituzionali. I chirurghi, i dottori Renato Giordano ed Emanuele Isernia, e il loro team, sono stati eccezionali. Non riesco a esprimere a parole la mia gratitudine, non solo per la loro abilità chirurgica, ma anche per l’ambiente ospedaliero: un luogo impeccabilmente ordinato, pulito e ben organizzato. La caposala Olimpia, e tutto il personale medico e infermieristico, si sono prodigati per me, eseguendo in mezza giornata una serie completa di esami: elettrocardiogramma, visita cardiologica, radiografie, visita anestesiologica e molto altro. Ho riscontrato una gentilezza genuina e spontanea, ben lontana da quella formale che spesso si incontra in contesti più grandi e strutturati. Si respirava un’atmosfera familiare, serena e rassicurante, malgrado le difficoltà del sistema sanitario. Sono da sempre un estimatore di Pagani e dei suoi abitanti: gente schietta, ma dal cuore d’oro. Ciò che mi indigna profondamente, e che voglio denunciare pubblicamente, è l’atteggiamento dei media che tendono a dare risalto solo agli eventi negativi. Ogni volta che qualcosa va storto, è un bombardamento di titoli sensazionalistici su malasanità, procure, parenti incolti, autopsie e cause milionarie. Nessuno, invece, parla della quotidianità, del lavoro silenzioso e impeccabile di chi, nella stragrande maggioranza dei casi, opera con impegno, talento e passione. Vorrei quindi esprimere la mia stima per tutte quelle persone che operano con dedizione e controbilanciare la narrazione negativa che spesso ci viene imposta. Sì, abbiamo i nostri difetti, ma possediamo anche grandi qualità, e non siamo secondi a nessuno. Aldo Di Vito
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