Addio, Signor Presidente

Egregio Signor Presidente, la notizia della Sua decisione di lasciare l’incarico mi giunge con un sentimento misto di rammarico e comprensione. Capisco la fatica di un ruolo così gravoso, aggravato, come direbbe Sua Santità, dall’ “invecchiamento progressivo”. Mi rincresce però non aver avuto modo di sottoporLe prima una proposta che reputo fondamentale per il bene del nostro Paese. Leela espongo ora, senza mezzi termini. Potremmo aver trascurato un patrimonio inestimabile: la straordinaria competenza dei nostri giornalisti. Osservandoli all’opera, nell’interrogare i politici, è lampante la loro profonda conoscenza di economia, politica internazionale, diritto, criminologia, sociologia, ecologia, medicina, investigativa, strategia militare, storia, filosofia ed antropologia. Con quale autorevolezza, e spesso con quanta ironia, smascherano le lacune degli esponenti politici! Giudicano leggi, provvedimenti governativi, sentenze giudiziarie, prospettando soluzioni economiche e sociali. Personaggi come Mieli, Scalfari, la Gruber, Ferrara, Feltri, Padellaro, l’Annunziata, Floris, Santoro (per citarne solo alcuni) rappresentano un’elite di intellettuali che, a ragione o a torto, esercitano una notevole influenza pubblica. Se criticano con veemenza le istituzioni, minacciando di attentati alla libertà di stampa e alla democrazia, perché non sfruttare le loro competenze a favore del Paese? Perché non costituire un governo composto da questi esperti? Così potremmo valutare se le loro analisi sono solo parole, oppure possono trasformarsi in azioni concrete. Ricordo un episodio personale, da Sindaco: durante l’emergenza rifiuti, un PM ed un Prefetto mi sollecitavano insistentemente ad intervenire. La mia proposta? Che, per due settimane, io avessi ricoperto i loro ruoli, e loro il mio. Non accettarono. Buon anno, Signor Presidente, e che la fortuna Le sia propizia. Aldo Di Vito